La mia “avventura” (chiamiamola così) inizia nel 2008 dopo un estrazione del dente del giudizio dalla mandibola sinistra, una ferita aperta che non guariva mai e si pensava fosse una ciste a causare il tutto. La bravura del mio dentista ha permesso di indirizzarmi al San Paolo di Milano dove ho trovato i miei angeli custodi, in primis il prof. Giovanni Lodi, che ha organizzato la biopsia. Incrociando il mio sguardo con il professore, intuii presto che già poteva essere qualcosa di grave: l’esito dell’esame, ahimè, confermò la mia paura. Ricordo con emozione, a biopsia terminata, la sua carezza sul mio volto, dicendomi di non preoccuparmi che tutto si sarebbe risolto. In quel preciso momento, ho avuto la sensazione di essere in buone mani e, difatti, così è stato.
Una volta diagnosticato il tumore maligno, il prof. Lodi mi ha indirizzata al reparto Maxillo facciale del San Paolo, presso il prof. Biglioli, un eccellente medico e soprattutto una straordinaria persona a livello umano, che mi ha sottoposta a emimandibulectomia sinistra più svuotamento laterocervicale sovraomoiodeo omolaterale e ricostruzione con lembo di fibula sinistra.
Essendo un tumore maligno, ho fatto chemio e radio terapia con tutte le conseguenze del caso (non potevo mangiare, perché la radio brucia l’interno della bocca e anche solo deglutire dell’acqua era un dolore mai provato prima; non potevo nemmeno parlare, infatti la voce era sparita ed ero costretta a comunicare con la scrittura). Ma sono sempre stata circondata da un cordone umanitario di infermieri e dottori che mi riempivano di attenzioni e mi spronavano ad andare avanti, inducendomi a non mollare mai anche quando mi sono trovata allo stremo delle forze, desiderando solo la morte per il troppo dolore. Grazie al sostegno dell’intera equipe medica, mi sono sentita una malata protetta e capita.
Oggi sono passati 11 anni e posso dire di essere guarita. Ho riacquistato la parola, l’udito che avevo perso dall’orecchio sinistro, sono tornata a lavorare, ma soprattutto ho visto crescere mio figlio. Certo, mi è rimasta una visibile cicatrice sul collo, ma mi ricorda ogni giorno che sono viva e che si può guarire! Trovo sia necessario sostenere ACAPO, composta da veri e propri professionisti che si prendono a cuore la vita del paziente, affinché si possa divulgare e conoscere questa tipologia di tumore ancora poco conosciuta.
Eternamente grazie!
Maria Cocchiararo